I Doria a Melfi

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La presenza dei Doria a Melfi durò per oltre quattro secoli, fino al 1952. In realtà i principi non vennero mai direttamente a visitare il feudo, ma si avvalsero di governatori e fiduciari tra i quali furono molto importanti soprattutto i primi: Marco Antonio del Carretto e sua figlia Zenobia. Quest’ultima era sposata con un Andrea Doria, figlio adottivo dell’ammiraglio, come riporta la lapide collocata sul nuovo ingresso del castello verso la città, che essi fecero aprire costruendo un ponte sul fossato.

I governatori si interessarono soprattutto alla gestione economica delle terre, dei commerci e delle finanze pubbliche, interagendo con gli altri due poteri locali: il Capitolo ecclesiastico e l’Università civica.

L’istituzione a Foggia della potente Dogana delle Pecore, l’istituzione amministrativa e fiscale che controllava i prelievi tributari sulla secolare transumanza pastorale, attirò ben presto a Melfi alcune famiglie bergamasche interessate al commercio della lana per le tessiture lombarde. Tra queste spiccarono i Donadoni il cui maggiore esponente, Geronimo Donadone, costruì un importante palazzo nel quartiere albanese e fu uno dei maggiori imprenditori del ’600.

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