I guerrieri venuti da nord

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Intorno all’anno Mille, mentre il Vulture diventava un fertile e burrascoso luogo d’incontro tra oriente e occidente del mondo, a capo della guarnigione militare della città di Melfi c’era un mercenario longobardo di nome Arduino. Era un piccolo nobile proveniente dalla diocesi di Milano, che aveva partecipato da poco a una spedizione militare dell’Impero d’Oriente, nel vano tentativo di strappare la Sicilia ai saraceni. L’arruolamento obbligatorio aveva portato via da Melfi i migliori giovani e tra i militi c’erano anche alcuni mercenari vichinghi, ingaggiati durante il loro passaggio verso la Terrasanta in cerca di ventura.

Dopo la conquista di Siracusa, Arduino reclamò la sua parte di bottino al generale Giorgio Maniace, ma si vide respinto e decise quindi di vendicarsi. Al ritorno, quando fu nominato governatore di Melfi, aprì dunque le porte della città all’avventuriero vichingo Wilhelm d’Altavilla, che lo aveva seguito in Sicilia, dove si era guadagnato il soprannome di Braccio di Ferro uccidendo l’emiro di Siracusa. Era il 27 marzo 1041.

Wilhelm era a capo di una banda di trecento militi vichinghi, divisi in dodici turme da venticinque unità al comando di un cavaliere. Era il figlio di un piccolo barone di nome Tancredi, lontano parente del duca Guglielmo il Conquistatore, il futuro re d’Inghilterra. Questi vichinghi erano tutti originari di Alesund, un villaggio in fondo a un fiordo norvegese, da cui si erano trasferiti per insediarsi presso la foce della Senna, nei pressi di Mont-Saint-Michel, fondando il ducato di Normandia. Il villaggio occupato da Tancredi si chiamava Hauteville la Guichard ed era abitato principalmente dai suoi numerosi figli, che uno alla volta partirono per il Sud Italia.

Una volta preso possesso di Melfi, Wilhelm ne fece la testa di ponte per le sue scorrerie in tutta la Puglia. Ben presto questi saccheggi si trasformarono in una più sistematica operazione di conquista, che trasformò Melfi nella capitale di una contea normanna in Puglia, riconosciuta dal papa e dai due imperatori: quello barbaro germanico e quello romano d’oriente.

Come un vero feudatario, il nuovo conte assegnò un pezzo di territorio da conquistare a ognuno dei dodici cavalieri che lo accompagnavano, insieme ad altrettanti palazzi e piazze di Melfi. Molti dei nomi di questi cavalieri divennero famosi: Umfred, Drogon, Herved, Tristan, Hugo Tobeuf, Thorgis (capostipite della famiglia dei Sanseverino), suo fratello Angier (primo della stirpe dei Filangieri) o Raoul des Moulins, che diede il suo nome alla regione che conquistò: il Molise.

Wilhelm morì presto in battaglia e gli succedettero al comando i suoi fratelli Drogon, Umfred e infine Rudebert. Quest’ultimo era soprannominato il Guiscardo, probabilmente in ricordo del suo villaggio natale in Normandia, anche se nella lingua normanna Wiska-Hard significa forte e astuto. Insieme al più giovane fratello Roger, Rudebert completò la conquista del Sud Italia e l’unificazione sotto il dominio normanno, strappando una dopo l’altra Bari ai romani, Palermo ai musulmani e Salerno ai longobardi. I tempi erano ormai maturi per la nascita di un Regno.

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