La motta normanna

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La prima fortificazione della città di Melfi fu opera del catapano imperiale Basilio Boioannes, che governava le province romane su suolo italiano in nome dell’imperatore di Costantinopoli. La cinta muraria bizantina, risalente al 1018, circondava il primo agglomerato urbano sorto intorno all’antica chiesa di San Lorenzo. Di essa si conserva un tratto munito di contrafforti, che dall’attuale castello scende fino alla porta Calcinaia, prima porta della città.

Con l’arrivo dei Normanni guidati dall’avventuriero Wilhelm d’Hauteville e dai suoi fratelli nel 1041 iniziò la costruzione sulla sommità della collina di un fortilizio sul modello delle motte et baileys tipiche dell’architettura militare di origine vichingo-normanna.

La motta (dal francese motte) era una collinetta rialzata di terra, solitamente artificiale, sormontata da una struttura di legno o di pietra. La terra per elevare la collinetta veniva presa da una fossato, scavato intorno alla stessa motte. La superficie esterna era di solito rinforzata con supporti di legno. Il bailey era invece un cortile chiuso, circondato da una recinzione di legno e sormontato dalla motte. È probabile che un castello avesse più di un bailey. Questo sistema costruttivo aveva il vantaggio della velocità per un popolo dedito alla conquista e ai continui spostamenti.

Nell’immagine è raffigurato il castello di Pickering, in Inghilterra, edificato dai conquistatori normanni negli stessi anni in cui avveniva la conquista del Sud Italia da parte dei loro connazionali, provenienti dalla stessa regione alla foce della Senna.

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